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Andalusia - Spagna

Se per tutti noi italiani il 1492 è l’anno della conquista dell’America da parte di Cristoforo Colombo, in Spagna ma soprattutto in Andalusia il 1492 è l’anno della riconquista. Il 2 gennaio 1492 le truppe cristiane costrinsero alla resa l’ultimo emiro nasride Boabdil e riunificarono la penisola iberica. Ma 8 secoli di dominio hanno lasciato molte tracce e l’Andalusia è ora terra piena di meraviglie arabeggianti.


Alhambra vista dal quartiere arabo Albaicin

Granada, capitale della medesima provincia non è certo solo Alhambra e Generalife, ma queste 2 meraviglie si stagliano su tutto. Per visitare la Alhambra in estate è meglio armarsi di pazienza, magari scegliendo gli orari dove il sole picchia forte e le carovane di turisti cercano ombra e leccornie culinarie. Il biglietto costa 10€, si può fare quello valido fino alle 14 oppure quello per il pomeriggio, una volta entrati potete rimanere tutto il tempo che volete, ma l’accesso al palazzo dei Nasridi ha un’entrata vincolata alla mezz’ora riportata sul biglietto. Una volta entrati potete però rimanerci a piacimento. Dire che sia una meraviglia è talmente banale che non resta altro da fare che goderselo nella maniera migliore. Altra visita è quella dell’Alcazaba, la zona dei bastioni e delle torri che fungeva da roccaforte del complesso.All’interno del complesso, nel quale non centra nulla, si trova anche il palazzo di Carlo V, all’interno del quale potete trovare 2 musei ed un cortile dove d’estate vengono allestite opere teatrali solitamente prese da testi di Garcia Lorca. Prima di terminare la visita è tempo del Generalife, luogo di giardini, fontane sentieri e cortili, una specie di residenza estiva dove l’acqua la fa da padrona. Per visitare tutto il complesso servono almeno 4 ore, sempre che non incontriate troppa gente sul percorso e che il caldo non vi sciolga. Per rimanere su architetture arabe, vale la pena perdersi nel quartiere del Albayzin, che seppur ricostruito è molto interessante. Pieno di stradine, sentieri, viuzze dall’aspetto casuale, nasconde un’infinità di cose interessanti, dal palazzo di Dar-al-Horra (madre di Boabdil) al Bañuelo, dalla Colegiata del Salvador al Convento de S. Isabel la Real , per arrivare al mirador San Nicolas da dove avrete una delle migliore viste sulla Alhambra. E’ un susseguirsi di salite e discese, mettetevi scarpe comode e non cercate di velocizzare il passo, la magia del perdersi nelle viuzze vi ripagherà un eventuale ritardo della cena o del pranzo. Per chi ne avesse voglia si può arrivare fino alla chiesa di S. Miguel Alto passando per le grotte un tempo abitate dai gitani ed ora terra di hippy alla ricerca di esperienze bucoliche. Sconsigliano il percoso di notte, io ci son stato di giorno e non ho avuto nessun problema con gli abitanti delle grotte. Per chi avesse tempo da qui si può raggiungere il barrio del Sacromonte, al culmine del quale si trova la omonima Abadia. E’ visitabile (3€) con visita guidata, ed è di un certo interesse. Nel barrio che avrete passato per arrivare qui troverete svariati locali dove di notte imperversa il flamenco, ed anche il Centro de interpretacion de Sacromonte (4€, si può fotografare), un museo all’aperto per rivivere l’ambiente di un tempo. Sempre qui durante l’estate vengono proiettati i più interessanti film della stagione (2,5€) in un ambiente che rinfresca e permette di rifiatare dal caldo della giornata. Nei paraggi è pieno di localini dove fermarsi a bere e mangiar tapas (qui sono anche più economici che in centro, di media 1,2€ a bevuta+tapas).Per rimanere su caratteristiche arabe, non va dimenticata calle Caldereria nueva dove potrete gustare ogni tipo di tè, infuso o succo aromatizzato con un buon narghilè (l’accoppiata costa di solito sui 4€), ma se volete bevande alcoliche sappiate che in questo tipo di locali non vengono servite. C’è però da dire che al termine del paseo de los tristes alcune teterie sono a fianco di cafè che servono alcolici, ed i proprietari non fanno storie se vi mettete con 2 tavolini a fianco.E’ anche zona di ristoranti arabi, negozi con oggetti del luogo e per gli appassionati di un negozio di commercio equo-solidale, dove uno dei gestori potrà erudirvi approfonditamente sulla storia della Spagna dal franchismo a Zapatero. Lasciati gli splendori di origine araba, c’è ora da visitare quanto la riconquista ha lasciato a Granada. La prima cosa da vedere è senz’altro la Capilla Real , il più importante edificio cristiano della città (3€, vietato fotografare).Qui si trovano le bare della coppia reale, Ferdinando e Isabella, oltre a quelle di Juana la loca e di Miguel (primo nipote della coppia). Le bare sono in una cripta sotto le relative statue, la cappella è comunque un luogo da vedere con attenzione ed ha annessa nella sacrestia una raccolta di quadri di origine fiamminga. A fianco potete trovare al Cattedrale (3€, si può fotografare) di stile gotico-rinascimentale.Da notare le sontuose porte e i grandi organi, ma nell’agosto 2005 una parte era in ristrutturazione.Vicino a questi monumenti si trova la Alcaiceria , il vecchio mercato arabo, un dedalo di vie strette e piene di negozietti che hanno tutti le stesse cose a disposizione di turisti con poca curiosità e poco tempo. Se volete prendervi una pausa, nella vicina piazza Bib Rambla o nella piazza de la Trinidad potete trovare svariati baretti all’aperto. Non saranno però economici come quelli del Sacromonte o del Albayzin, ma comunque non sono nemmeno parenti di quelli italiani.Appena un po’ più fuori del centro storico sorge il Monasterio de San Jeronimo (3€, si può fotografare), decisamente interessante per via di uno splendido chiostro e della chiesa in stile gotico-isabellino. Se avete tempo e voglia di farvi una camminata andate verso nord-ovest, incontrerete i jardines del Triunfo attiugui ai quali sorge el Hospital Real (visitabile gratuitamente) e dopo 15 minuti il Monasterio de la Cartuja (3€, non si può fotografare), dove svetta una imponente chiesa barocca con un sagrato di innumervoli marmi colorati.Tra le altre cose da visitare vi è il Corral del Carbon, adibito ora a luoghi per recite teatrali e la casa museo del Tiro(gratis per gli europei comunitari, 1,8€ per tutti gli altri), che ospita una ricostruzione di casa tipica e mostre fotografiche temporanee. Al tempo della mia visita vi si trovavano foto in b/n di flamenco, la vera passione andalusa. A sud del centro si trova al Huerta de San Vicente, la residenza estiva di Garcia Lorca (1,8, visite solo guidate di circa 20 minuti, no foto) che si trova ora all’interno del parco Federico Garcia Lorca, luogo adatta a chi voglia fare un po’ di footing o riparsi nel verde senza dover affrontare la salita del Sacromonte o della Alhambra. Finite le escursioni, va ricordato che Granada è una città universitaria molto viva, in centro è sempre possibile trovare locali dove bere qualcosa e divertirsi, oltre a calle Candeleria nueva e al Paseo de los tristes, i ragazzi locali se ne vanno di marcia nella notte soprattutto lungo calle de Elvira. Va ricordato che qui le bevande sono molto economiche, quindi girare più locali non porta ad un disastro finaziario.Inoltre le tapas vengono sempre servite gratuitamente, non saranno abbondanti e sopraffini come in altri posti dell’Andalusia comunque è un bel andare. Se invece volete mangiare con quelle dovete chiedere una razion o anche una mezza razion, hanno prezzi abordabili e prendendone di varie tipologie riuscirete a farvi un ottimo spaccato di cucina del sud della Spagna. Visitata in lungo e largo Granada, potete raggiungere in circa 1,20h la costa del sol. Il posto preferito della regione è Almuñecar, che si raggiunge con i bus della Estrella Graells con 8,61€. Non aspettatevi un mare caraibico, quando ci sono stato io ho trovato anche l’invasione delle meduse. Qui la mattina non usa molto frequentare la spiaggia, è facile però trovarvi chi vi ha passato la notte, là non dicono nulla a differenza dell’Italia, ma potrete starci fino a tardi visto che ristoranti e locali hanno i tipici orari da madrugada.E’ però usanza dei ragazzi del posto trovarsi davanti ai chiringhitos con tutto l’armamentario del bere preso durante il giorno nei locali più economici. Ho visto anche un gruppo che si è presentato in piazza con un carrello stile Coop pieno di bevande e noci di cocco che tagliate e ripulite fungevano da pratiche ed esotiche coppe per bere qualsiasi intruglio uno si potesse procurare. Io ero a Playa Tesorillo, un po’ fuori paese, ma il posto si trovava al di sotto di una torre fortezza molto bella ed il luogo era presidiato da 2 locali che servivano da bere e da mangiare in qualsiasi ora del giorno e della notte (occhio però alle specialità di pesce perché il prezzo è riportato per 100 grammi con nota molto in piccolo).Per chi vuole ritornare a Granada la domenica sera è consigliabile prenotare il bus, perché tutto il mondo ha quell’idea e si potrebbe non trovare posto.Il biglietto a/r non è fattibile da Granada, occorre farlo una volta arrivati al mare. Una cosa assolutamente da provare a Granada è l’ Hamman, noto a noi come bagno arabo. Ne stanno sorgendo diversi in città, io sono stato a quello più vecchio e tradizionale, vicino all’ufficio informazioni di Plaza Nueva. Il bagno costa 13€, completo di massaggio 20€ e se volete rilassarvi nella teteria c’è una combinazione completa a 22€, comprensiva di una bevanda a scelta. Esperienza obbligatoria per chiunque voglia godersi il clima del sud della Spagna.Per gli appassionati di escursionismo, non lontano da Granada c’è una delle zone più belle ed interessanti di tutta la Spagna. All ’interno del Parco nazionale della Sierra Nevada si trova la zona de Las Alpujarras. Qui si ritirano Boabdil e i suoi mori uan volta che Ferdinando ed Isabella presero il controllo della Spagna, ed il luogo è molto bello. Vi si trovano svariati sentieri, io ho scelto la zona di Capileira per introdurmi all’interno del parco, arrivando da Granada in bus fino ad Orgiva (5,21€) e proseguendo in autostop fino a Capileira. Da qui, su indicazione del punto di informazione locale che mi ha lasciato anche la guida dei sentieri ho preso il sentiero n°4, un anello di 8km che mi ha portato fino al pueblito di La Cebadilla. Per arrivarci mi è stato consigliato di prendere il lato ovest del Barranco de Poqueira, perché più facile da distinguersi e più impressionante come scenari che si trovano di fronte. Arrivati a La Cebadilla si può oltrepassare la centrale elettrica continuando per il sentiero n° 3 che porterebbe fino al Rifugio Poqueira,per questioni di tempo si sono fermato però sotto ad una spettacolare cascata decisamente imboscata. Va lasciato il sentiero quando si inerpica, guadando il fiume sulla dx e salire una costa che riporta un cartello con l’indicazione di Parco Nazionale. Oltrepassato quello potrete scorgere la cascata. Rientrati a Capileira si può visitare il paese, con svariati negozi che vendono articoli in legno e cuoio, lavorazioni tipiche di qui. Il paese, come i vicini Bubion e Pampaneira è decisamente turistico, quindi sarete in visita assieme a numerose comitive che imperverseranno in ogni bar e negozio. Godetevi i persorsi, lì i turisti latitano e le viste dei pueblitos sono molto migliori, bianchissimi ed incastonati nel verde della Sierra Nevada. Al pomeriggio il servizio di bus per Granada è migliore, vi sono corse sia a metà pomeriggio che verso sera sia da Orgiva che da ogniuno dei 3 paesi sopra menzionati. In meno di 3 ore da Granada si può raggiungere la splendida Sevilla, o in treno o in bus (17,10€, più numerosi dei treni). A Sevilla la temperatura cambia, il giorno porta con se 45°, che anche se secchi si fanno sentire, e la notte la brezzolina della Sierra Nevada è solo un lontano ricordo che scivola nel rimpianto. Preparatevi quindi un programma di buon mattino con siesta pomeridiana, sempre che abbiate necessario tempo per visitare la città. La cosa che più salta agli occhi della città è la cattedrale sorta nel luogo in cui fu edificata la moschea almohade nel 1100. Di questa non vi è più traccia, se non la torre della Giralda alta più di 90 che fungeva da minaretto. La cattedrale ha orari un po’ da interpretare per la visita, anche se la domenica pomeriggio la visita sarebbe gratis, altrimenti servono 7€ per accedervi. Capita però, come successo a me, che in periodi di specifiche funzioni le visite siano sospese e si possa entrare solo in concomitanza delle rappresentazioni religiose. In questo caso l’accesso vi sarà negato con pantaloni corti, ma in compenso non pagherete nulla per accedervi. Il problema diventa però che dovrete restare nel luogo della messa e che la Giralda non sarà accessibile. Muoveti con tempo, a volte nemmeno gli uffici del turismo hanno info in merito.Va detto però che solo la navata centrale è interdetta, le laterali sono visibili e da lì si riesce a buttare un occhio su quasi tutta la struttura.Vicino alla cattedrale sorge el Alcazar(5€, si può fotografare), palazzo fortezza dalla storia difficile, utilizzato un po’ da tutti i governatori che sono passati da Sevilla.E’ difficile seguire un itinerario prestabilito per visitarlo, ma lasciatevi comunque guidare dall’istinto ed entrate nelle sue magnifiche sale arabeggianti che possono tranquillamente rivaleggiare con quelle della Alhambra. Vi è però una parte ancora adibita ad ospirate i reali di Spagna quando scendono in città che è visibile solo quando libera e che necessita di un biglietto a parte (3€, non si può fotografare). Qui la visita è ad orari prestabiliti, sotto l’egida di un custode che controllerà ogni vostro movimento mentre vi ascoltate la guida via trasmittente.Alla fine vi è l’accesso ai giardini dove poter tirare un po’ di fiato nel caldo della città.Immergersi per le vie centrali di Sevilla è uno spettacolo, riparati dal sole dai tendoni che coprono il cielo si può passeggiare tranquillamente scoprendo angoli incantevoli ed ovviamente innumerevoli chiese, da quella del Salvador a quella de San Francisco, e se avete tempo e voglia di affrontare una lunga camminata sotto al sole lungo il rio Guadalquivir potete arrivare fino alla isla de la Cartuja all’interno della quale sorgono i futuristici padiglioni dell’Expo 1993 che diedero notorietà mondiale alla città. Nell’isola si trova anche il Conjunto Monumental de la Cartuja , noto tra le altre cose per aver ospitato Cristoforo Colombo, e per una trentina di anni le sue spoglie. Vi è una biglietteria, ma c’è da dire che si riesce a visitare il complesso senza dover per forza staccare il biglietto. All’interno oltre ad una chiesa, ad una cappella ed ad un chiostro vi si trova una stranissa torre che richiama la presenza di non ben identificate sette sataniche, ed incredibilmente una fabbrica che nel XIX secolo produceva porcellana.Non vi sono mezzi pubblici per raggiungere l’entrata, evitate fortemente di arrivarci nel pieno del pomeriggio perché il sole potrebbe cuocervi.Ritornando verso il centro città si trova la Plaza de Toros de la Real Maestranza , una delle più belle di tutta la Spagna ed assieme a quella di Ronda la più vecchia. Viene ancora utilizzata per le corride, in tutta la città troverete le locandine con gli orari e i toreadores impegnati, nei giorni che non c’è corrida è possibile visitarla (4€, si può fotografare), ma il giro è breve con una veloce puntata sulle tribune ed al museo. Meriterebbe un tempo maggiore, ma in 20 minuti vi congedano ed il tempo non è sufficiente per vedere locandine, trofei, abiti, leggere di miti e leggende e di tori che si sono fatti giustizia dei loro aguzzini.A sud dei giardini del Alcazar si trova Plaza de España, proprio sotto al Parco de Maria Luisa pieno di sentirei panchine e baretti (dal lato opposto della stazione dei bus direzione Granada e Malaga),caratterizzata da una lunga costruzione porticata che riporta fatti a mosaici tutte le provincie spagnole. La piazza è piena di canali e ponti con disposta nel mezzo una enorme fontana. Fra le cose attualmente da evitare c’è la Alameda de Hercules, un viale con all’estremo 2 pseudo colonne d’Ercole. Se il luogo non verrà ristrutturato evitate di spingervi fino a qui. Una visione della cattedrale va fatta all’imbrunire quando le luci la rendono magica, poi da lì sarà tempo di inserirsi nella movida sevillana. La zona è piena di ottimi ristoranti a prezzi economici (un menù completo costa in media dai 7€ ai 10€), se invece volete lanciarvi in alcuni dove trovare specialità locali ricercate difficilmente un piatto completo supera i 10€. Ma la zona è conosciuta soprattutto per i locali di tapas, che a differenza di Granada qui si pagano sempre. I prezzi possono variare da 1,5€ a 2,5€, se siete in molti potete però prendere la razion o la media razion che si rivela più conveniente. Per dare un’idea, i posti che abbiamo toccato noi sono stati la Cerveceria Giralda (sempre strapieno di gente, si mangia in piedi in mezzo a sevillani doc), il bar Entrecalles (più raffinato a vedersi ma con specialità all’aglio-aliolì superbe), la famosissima Bodega Santa Cruz (andateci preso, le tapas finiscono in un attimo), il cafe bar Las Teresas (vecchio stile, prosciutti appesi alle pareti, foto d’epoca con avventori tipo Hemingway) e il trasgressivo La Sagrestia (con gamberetti all’aglio da giù di testa). Il vantaggio di Sevilla è che si può fare una serata completa mangiando e bevendo per locali spendendo 12€ di tutto, cifra ormai sconosciuta nella grandi città italiane.In più nessuno si lamenterà se rimarrete a far casino per la strada, qui è prassi comune che si possa restare lungo il Barrio de Santa Cruz a ir de marcha hasta la madrugata.

Sevilla

Alcune info :

A Granada ero a dormire presso Hostal jardines, Calle Jardines 8, pensione completa 25€ al giorno

A Sevilla ero a dormire presso Hotel Abril, Calle Hernandez, 25€ dormire on colazione a buffet

A Almuñecar ero a dormire presso Hotel Tesorillo, playa tesorillo, 32€ solo dormire (ed in agosto senza prenotare per una settimana intera è difficile trovare)

Quanto scritto è il sunto di 13 giorni a Granada (per un corso di spagnolo), 2 ad Almuñecar e 3 a Sevilla.

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